Michelangelo storpiato: la pavimentazione di Piazza del Campidoglio a Roma
Realizzazione di Muñoz del 1940 (sinistra) vs. progetto di Michelangelo (destra)

Michelangelo storpiato: la pavimentazione di Piazza del Campidoglio a Roma

Piazza del Campidoglio a Roma assunse la sua sistemazione attuale nel XVI secolo su iniziativa di papa Paolo III Farnese, il quale decise di affidare il progetto a Michelangelo nel 1538.

All’epoca già erano stati edificati il Palazzo Senatorio (XII secolo) e il Palazzo dei Conservatori (XV secolo) formanti tra loro un angolo di 80°. Di fronte a questo scenario Michelangelo pensò di modificare le facciate dei due palazzi già presenti ed edificare un terzo edificio, il Palazzo Nuovo, con la stessa angolazione, in modo da formare un trapezio in cui il quarto lato fosse costituito dalla scalinata di accesso alla piazza. La simmetria nella disposizione dei tre edifici sarebbe stata garantita dallo spostamento al centro del campanile del palazzo senatorio. L’assetto divergente della piazza avrebbe inoltre garantito un effetto di dilatazione spaziale, facendola apparire più ampia di quanto fosse in realtà.

Al centro della piazza fu collocata la stata equestre di Marco Aurelio (che però si credeva raffigurasse Costantino e anche per questo era sopravvissuta al Medioevo). Intorno alla statua, l’interno della piazza doveva essere costituito da una pavimentazione che sfruttasse la forma ovale da inscrivere nel trapezio. Michelangelo stesso elaborò un disegno del motivo geometrico di cui restano testimonianze in stampe dell’epoca, in particolare grazie alle incisioni del disegnatore francese Étienne Dupérac pubblicate nel 1568-9, pochi anni dopo la morte di Michelangelo (1564) e considerate le riproduzioni più fedeli del progetto michelangiolesco, dei cui originali, probabilmente, Dupérac aveva avuto la possibilità di prendere visione.

Il disegno michelangiolesco della pavimentazione era costituito da un ovale centrale con 12 raggi che terminavano su un ovale concentrico e dalle punte dei 12 raggi si originava un motivo stellato che sfruttava una serie di altri quattro ovali concentrici, fino a quello esterno più grande.

Dominava nel progetto di pavimentazione di Michelangelo la forma ovale (in tutto 6 ovali concentrici) e il numero 12, come le punte poste al centro e propagantisi nell’ordito stellato fino all’ovale più grande posto all’esterno del disegno. Dodici nella simbologia pagana rappresenta il numero delle case dello zodiaco o costellazioni, mentre per il cristianesimo è il numero degli apostoli. James Ackerman nel suo libro sull'Architettura di Michelangelo avanza diverse ipotesi sulla scelta dell'ovale e del numero 12, con richiami all'antichità classica (scudo di Achille tramandato ad Alessandro Magno); così come sono state suggerite influenze neo-platoniche, particolarmente in voga durante il Rinascimento, che possono fornire chiavi interpretative per il disegno del pavimento e del resto della piazza del Campidoglio.

L’idea sottostante è quella dell’Umbilicus Urbis che doveva trovare nella Piazza del Campidoglio la sua nuova collocazione, dopo quella precedentemente individuata nel Foro nell’antichità romana. Il motivo intrecciato scelto da Michelangelo ricorda la trasposizione bidimensionale della decorazione dell’Onfalo di Delfi, tracciando così un legame tra le civiltà greca, romana e cristiana (passando probabilmente anche per quella etrusca come sostiene Graziano Baccolini).

La pavimentazione non fu mai realizzata con Michelangelo in vita e si dovette attendere fino al 1940 per vederne una sua realizzazione ad opera di Antonio Muñoz. Questi sostenne di essersi basato sul disegno michelangiolesco delle incisioni di Dupérac. Tuttavia, la realizzazione ad opera di Muñoz presenta alcune differenze sostanziali rispetto al progetto di Michelangelo.

Mentre nel progetto originale la struttura geometrica era costituita da 6 ovali concentrici, Muñoz pone al centro un cerchio da cui si dipartono i 12 raggi di altezza uguale tra loro. Al posto degli ovali michelangioleschi sono quindi posti cerchi. In questo modo l’ordito stellato che si forma si modifica abbastanza significativamente, perdendo parte dell’armonia concepita da Michelangelo.

Nella realizzazione di Muñoz, infatti, la struttura circolare interna si deve raccordare con l'ovale esterno, mentre nel disegno di Michelangelo si parte già da forme ovali concentriche che si raccordano tra loro fino a giungere all'ovale esterno. Inoltre, il progetto michelangiolesco si basa su ovali concentrici equidistanti, mentre i cerchi di quello di Muñoz hanno distanze variabili tra loro.

Le immagini a confronto dell’attuale assetto della piazza a seguito dell’opera di Muñoz e come sarebbe stata a fronte della riproduzione fedele del disegno michelangiolesco mostrano differenze evidenti.

La sovrapposizione tra i due orditi mostra come vi siano differenze notevoli per quanto riguarda la parte centrale e quella più esterna.

Il confronto tra le strutture geometriche sottostanti rende ben visibile la differenza tra il ricorso a cerchi e ovali da parte di Muñoz e Michelangelo.

Confronto tra la realizzazione di Muñoz del 1940 (sinistra) e il progetto di Michelangelo (destra)
Sovrapposizione tra il disegno realizzato da Muñoz (giallo) e quello progettato da Michelangelo (viola)
Confronto tra griglia geometrica sottostante il disegno di Muñoz (sinistra) e Michelangelo (destra)

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