Famiglie Trentine N°53

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PERIODICO DELL’UNIONE DELLE

TRENTINE

FAMIGLIE
ALL’ESTERO Poste Italiane S.p.a. Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 NE/TN Tassa riscossa – Taxe perçue Agosto 2022 n. 53 sfruz il centro del calore santuario di san romedio l’eremo più conosciuto del trentino mart museo di arte moderna e contemporanea di trento e rovereto
2 Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 22 del 21/12/2012 - Rivista quadrimestrale dati della testata unione famiglie trentine all’estero Corso 3 novembre 72 - 38122 Trento (TN) Tel. +39 0461 237234 info@famiglietrentine.org pec: famiglietrentineaps@pec.it Direttore Responsabile Pino Loperfido Comitato Editoriale Martina Rigon Giordana Detassis Simone Marchiori Patricia Lanzziano Broz Mauro Verones Hanno collaborato Andrea Biasi Annalisa Hauser Andrea Wegher LUIGI GRISENTI pag 3 Editoriale pag. 5 Santuario di San Romedio, l’eremo più conosciuto del Trentino pag. 7 MART, Museo di Arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto pag 12 Dalla Sede pag 16 Dalle Diramazioni pag. 20 Viaggio di Emigrati: Intervista a Annalisa Hauser e Andrea Wegher pag. 24 In cammino in Trentino con Gio pag. 26 Mandaci la tua foto! Pag. 28 Le ricette: “New York Cheesecake” e “Tonco del pontesel” Pag. 30 Poesia “Nido distrutto”

SFRUZ IL CENTRO DEL CALORE

La Val di Non possiede in sé una profonda ricchezza culturale. Dalla fine dell’Impero Romano fino alla defini tiva entrata nel Regno d’Italia, questo territorio è stato un crocevia di culture e lingue differenti. Sicuramente, questa apertura agli eventi del mondo ha permesso il florido sviluppo di un’importante attività artistica ed ar tigianale come la costruzione delle stufe ad olle. Mol ti pensano che queste maestose opere siano opera esclusiva di artigiani tedeschi. In realtà, a Sfruz, picco lo paese della valle, si sviluppò una tradizione secolare di costruttori di stufe ad olle. Questi fornelari riuscirono ad imporsi, sia a livello artigiano, sia artistico in tutto il territorio della Mitteleuropa.

Lo sviluppo della società umana non può essere disso ciato da quella del fuoco. Da sempre, il fuoco riscalda, cuoce i cibi, protegge. È quindi essenziale per l’uomo e lo rende superiore al resto del mondo animale. Per l’uomo preistorico assume anche un valore simbolico, testimoniato dalle numerose iscrizioni rupestri che si trovano in molte grotte e caverne montane; ha anche una funzione purificatrice, nonché una singolare quali tà della divinità (come ricorda il mito di Prometeo, che dona agli uomini il fuoco sottratto agli dèi). I nostri an tenati, però, non hanno subito utilizzato il fuoco come fonte di riscaldamento; l’estrema volatilità del calore disperdeva nell’aria il beneficio del fuoco, che quindi dovette essere “imprigionato”: prima in rozze strutture di sassi, poi fra lastroni di terracotta e infine in primitive stufe costruite all’interno delle abitazioni.

L’evoluzione della stufa ha consentito nei secoli un progressivo perfezionamento, fino ad ottenere i risul tati migliori con la coibentazione in formelle di cera mica, quelle che in seguito sono diventate l’elemento fondamentale delle cosiddette stufe ad olle. Proprio di queste stufe il piccolo paese di Sfruz è diventato, a partire dai primi secoli del secondo millennio, il centro propulsore.

Il primo documento in cui si fa menzione ad un mae stro di Sfruz risale al 1532 ed è l’approvazione della carta di regola del comune di Vervò. In questo caso uno dei firmatari del documento era un certo maestro Cristoforo Cavos di Fruzo; non sapremo mai se quel “maestro” stesse ad indicare la sua maestria nella co struzione di stufe ad olle o come si riscontrerà nei se

coli successivi un epiteto per indicare la figura del car pentiere. Comunque, rimane indicativo che a partire da quella data il cognome Cavosi ricorrerà nei secoli e sarà sempre, soprattutto a partire dal 1700, unito alla parola fornelaro.

Stufe di sicura attribuzione Sfruz si hanno a partire dal la metà del 1600, come le bellissime stufe conservate a Castel Valer.

Il XVIII e il XIX furono secoli ricchi di documentazione scritta riguardante la produzione di stufe ad olle, oltre alla numerosa e registrata presenza di stufe conser vate, sia in residenze aristocratiche, sia in abitazioni private. Un’importante fonte di informazioni riguardanti la produzione di stufe ad olle fu il ritrovamento di un libretto di 298 pagine contenente le registrazioni delle stufe prodotte dalla fornace di Antonio e Bartolomeo Cavosi tra il 1792 e il 1854. In quest’arco temporale di circa 60 anni dalla fornace dei Cavosi uscirono, su ordinazione, 1121 stufe. Il manoscritto è composto da una serie di registrazioni che riportano il luogo, la data

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di vendita, le caratteristiche specifiche della stufa, il colore ed il prezzo. Questo libro mastro è passato di padre in figlio per tre generazioni. È bene sottolinea re che questo libro mastro parla delle stufe prodotte da una sola delle varie fornaci presenti nell’abitato di Sfruz. Altri documenti importanti, che hanno per messo di ricostruire il lavoro di fornelaro, sono i ca tasti, teresiano e asburgico, oltre alla numerosa do cumentazione presente in archivi pubblici e privati. Le stufe ad olle prodotte a Sfruz nel corso dei se coli hanno seguito i principali movimenti artisticoarchitettonici europei. Sfruz e la Val di Non non sono mai stati isolati dal contesto europeo più̀ ampio, cè sempre stata una circolazione di idee, di merci e di persone, che contribuirono notevolmente alla cre scita artistica di questi maestri artigiani. Con il punto di massima produzione nell’arco di po chi anni si assistette al totale crollo del mestiere dei fornelari. Il periodo di instabilità coincide con il mo mento di massima produzione; a partire dal 1860 inizia, per le famiglie Cavosi impegnate nella co struzione di stufe, un lento declino. A tal proposito, risulta significativa la data 23 agosto 1915: in quel giorno morì l’ultimo fornelaro di Sfruz e con esso

si spense anche l’ultima fornace. I contemporanei si resero conto della perdita, infatti dal registro dei morti del paese di Sfruz, proprio nell’atto di morte di Emanuele Cavosi compare la scritta: “… era fornel laio (fu l’ultimo a sospendere il lavoro)”.

Anche se a Sfruz a partire dagli inizi del XX secolo le fornaci si spensero definitivamente, la costruzione di questi manufatti nei territori europei continua an che al giorno d’oggi. Negli ultimi decenni si è infatti constatato un recupero di quest’arte, anche in Tren tino, sintomo dell’esistenza delle basi per una nuova rinascita. Questo potrà avvenire grazie al lavoro di riscoperta e studio di coraggiosi artigiani, orgoglio samente legati alle antiche tradizioni, ma disponibili al dialogo con le nuove tecniche costruttive e tecno logie del riscaldamento. Infatti, la stufa ad olle è uno dei più efficienti appa recchi da riscaldamento domestico mai concepiti e le sue eccezionali caratteristiche hanno resistito al test del tempo, ai cambiamenti stilistico-architetto nici, all’evoluzione sociale e, soprattutto, al giudizio di quanti vedono nelle energie rinnovabili il futuro dell’umanità.

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Il Santuario di San Romedio sorge in Val di Non nelle vicinanze del paese di Sanzeno. Costruito su uno sperone roccioso alto 70 metri nel mezzo di una gola stretta tra le roc ce, l’eremo è avvolto da un fascino gotico unico, da un profondo misticismo e dalla pace propria dei luoghi di culto immersi nel silenzio della natura. Sullo sperone di roc cia sono state infatti edificate nei secoli, una dopo l’altra, una serie di chiesette e cappelle che oggi sembrano costruite l’una sull’altra, sempre più in alto fin dove possibile. Una scalinata di 131 gradini porta dalla soglia del Santuario fino alla parte più alta dell’edificio. Il Santuario di San Romedio è dedicato all’e remita Romedio di Thaur, figlio di un’antica e nobile famiglia dell’Alta Baviera proprietaria

Il culto di Romedio "che viene spesso raffigurato con un orso quale sua cavalcatura" è stato confermato nel 1907 da Pio X. La leggenda racconta che San Romedio desiderava prendere la strada per Trento, per incontrare Vigilio e ricevere la sua benedizione. Poco prima di partire trovò il suo cavallo a terra, abbattuto da un orso che lo stava sbranando. Senza alcun timore San Romedio si avvicinò all’orso e gli disse: “Adesso sarai tu a portarmi a Trento”. Quindi gli ordinò di accucciarsi per farsi mettere le briglie Miracolosamente l’orso ubbidì, permettendo all'eremita di raggiungere Trento sulla sua groppa santo o tra Trento nto che nare la chiesa artita.

A cura di

Il Santuario di San Romedio sorge in Val di Non nelle vicinanze del paese di Sanzeno Costruito su uno sperone roccioso alto 70 metri nel mezzo di una gola stretta tra le rocce, l’eremo è avvolto da un fascino gotico unico, da un profondo misticismo e dalla pace propria dei luoghi di culto immersi nel silenzio della natura Sullo

di ricche saline nella valle dell’Inn e con molti uomini al servizio.

www.pinetahotels.it/it/val-di-non/san-romedio/

La sua vita si inquadra nell’ambito dell’ere mitismo.

I La sua vita si inquadra nell'ambito dell'eremitismo intorno all'anno 1000 Romedio si recò con un gruppo di amici dall'allora vescovo di Trento, Vigilio, a chiedere la benedizione per un pellegrinaggio a Roma Giunti a destinazione, furono anche ricevuti dal Papa

Romedio si recò con un gruppo di amici dall’allora vescovo di Trento, Vigilio, a chie dere la benedizione per un pellegrinaggio a Roma. Giunti a destinazione, furono anche ricevuti dal Papa.

Santuario di San Romedio, l’eremo più conosciuto del Trentino Pagina

Il giovane Romedio decise di donare i suoi beni e diritti posseduti alla Chiesa di Trento. Al ritorno, egli e i suoi amici proseguirono l’e sperienza comunitaria in un vecchio castello della Val di Non. Romedio si ritirò per una vita di preghiera e contemplazione nel luogo isolato dove ora sorge l’eremo.

Il giovane Romedio decise di donare i suoi beni e diritti posseduti alla Chiesa di Trento Al ritorno, egli e i suoi amici proseguirono l'esperienza comunitaria in un vecchio castello della Val di Non Romedio si ritirò per una vita di preghiera e contemplazione nel luogo isolato dove ora sorge l’eremo

Il culto di Romedio “che viene spesso raffi gurato con un orso quale sua cavalcatura” è stato confermato nel 1907 da Pio X. La leggenda racconta che San Romedio de

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SANTUARIo DI SAN RomeDIo, L’eRemo PIù CoNoSCIUTo DeL TReNTINo
archivio fotografico LMML
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la storia
Archivio fotografico LMML
Foto da: www.famigliacristiana.it

siderava prendere la strada per Trento, per incontrare Vigilio e ricevere la sua benedizio ne. Poco prima di partire trovò il suo cavallo a terra, abbattuto da un orso che lo stava sbranando.

Senza alcun timore San Romedio si avvicinò all’orso e gli disse: “Adesso sarai tu a portar mi a Trento”. Quindi gli ordinò di accucciarsi per farsi mettere le briglie. Miracolosamente l’orso ubbidì, permettendo all’eremita di rag giungere Trento sulla sua groppa.

Un’altra leggenda sul santo racconta l’ulti mo incontro tra Romedio e il futuro patrono di Trento Vigilio: l’eremita disse al santo che quando avrebbe sentito suonare la campa nella della sua chiesa avrebbe saputo della sua dipartita.

Attualmente al Santuario vivono alcuni frati dell’ordine di San Francesco d’Assisi.

Attualmente al Santuario vivono alcuni frati dell’Ordine di San Francesco d’Assisi e Bruno

Dalla fine degli anni ’50 infatti il santuario ospita un esemplare di orso. Il primo fu Charlie, oggi invece a San Romedio vive Bruno, un orso sottratto ad un privato che lo deteneva illegalmente in cattività nei pressi di Roma.

Attualme frati dell’O e Bruno.

Così accadde e Vigilio, al suono della campa nella, si raccolse in preghiera con tutta la città di Trento per piangere la morte del santo.

Dalla fine ospita un Charlie, o Bruno, u che lo d nei press archivio fot

Nel passato luogo di ritiro per eremiti e frati, oggi il Santuario di San Romedio rappresen ta un luogo di pellegrinaggio per i fedeli, la meta di piacevoli trekking tra i boschi e i can yon, nonché un interessantissimo esempio di architettura e storia medievale da cui nu merosi appassionati di storia, arte e antichità sono attratti quasi quotidianamente.

La festa di San Romedio si celebra il 15 gen naio e rappresenta una delle ultime vere fe ste popolari legate al Santo Patrono della Val di Non.

Il ricordo della festa si perde nel tempo, si tratta difatti di una delle tradizioni più antiche e amate dagli abitanti della valle.

Tradizione vuole che ogni anno, in occasione della festa patronale di San Romedio, il san tuario si animi con le celebrazioni per ottene

Dalla fine degli anni ’50 infatti il santuario ospita un esemplare di orso. Il primo fu Charlie, oggi invece a San Romedio vive Bruno, un orso sottratto ad un privato che lo deteneva illegalmente in cattività nei pressi di Roma. archivio fotografico LMML tahotels it/it/val di non/san romedio/

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re il “Perdon” di Sanzeno. Il programma della festa prevede alcuniCosì accadde e Vigilio, al suono della

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La festa di San Romedio si celebra il 15 gennaio e rappresenta una delle ultime vere feste popolari legate al

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Archivio fotografico LMML Foto da: www.famigliacristiana.it

mart, museo di arte moderna e contemporanea di trento e rovereto

Il mart, museo di arte moderna e contempo ranea di Trento e Rovereto, è uno dei più im portanti musei europei. Nato nel 1987 come ente funzionale della Provincia autonoma di Trento, il mart opera oggi in tre luoghi distin ti: a Rovereto si trovano la sede principale del Museo (un ampio complesso architetto nico inaugurato nel 2002 su progetto di Ma rio Botta e Giulio Andreolli) e la Casa d’Arte Futurista Depero; a Trento la Galleria Civica. Quest’ultima sede è entrata a far parte del mart, inaugurando i propri spazi nel centro storico di Trento, a ottobre 2013.

Il Consiglio di Amministrazione del mart, nominato dalla Giunta provinciale, è attual mente presieduto da Vittorio Sgarbi.

I Consiglieri sono: Silvio Cattani, vicepresi dente, e Dalia macii.

Il comitato scientifico è formato da Stefano Bruno Galli, Giordano Bruno Guerri, emilio mazzoli, Riccardo muti, moni ovadia. oltre a produrre mostre, eventi e laboratori,

ospita artisti, curatori, aziende, eventi inter nazionali e locali proponendosi come meta accogliente e accessibile.

I numerosi capolavori presenti nelle Collezio ni del museo, i preziosi materiali conservati negli Archivi e il lavoro costante sulla qualità delle proposte scientifiche ha permesso al Mart di consolidare collaborazioni con mu sei e istituti italiani e stranieri con i quali sono costanti i prestiti e gli scambi.

Dalla sua fondazione al dicembre del 2011, il mart è stato diretto da Gabriella Belli.

Dal febbraio 2012 e per tre anni, la direzio ne è stata affidata a Cristiana Collu. Il terzo direttore del mart, da giugno 2015 a giugno 2020 è stato Gianfranco maraniello.

Al momento il museo è diretto dal già diret tore amministrativo Diego Ferretti.

Il mart è oggi un centro espositivo di rilie vo europeo, un interlocutore per i maggio ri musei internazionali, un punto di ascolto e dialogo per il territorio circostante e una

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musei

macchina complessa che produce stimoli continui rivolti al pubblico, agli artisti, ai col lezionisti, alle imprese e alle comunità locali. Il museo pubblica un Report Annuale, scari cabile dal sito internet, pensato per raccon tare e misurare in maniera chiara, sintetica e accessibile la propria attività, i risultati, le strategie e le risorse.

migliore università statale d’Italia. A completare l’eccellente formazione di spazi dedicati alla cultura concorre il risto rante stellato del mart: affidato allo chef Alfio Ghezzi, durante le ore di apertura del museo è un elegante bistrot per pranzi, colazioni, merende e aperitivi. Alla sera si trasforma in un raffinato ristorante per un numero sele zionatissimo di clienti.

Mart, il polo culturale

Nel cuore del meraviglioso Trentino, inca stonato tra palazzi del XVIII secolo, il mart di Rovereto è la prima struttura italiana del nuovo millennio realizzata per essere un polo culturale, un’agorà delle arti e dei saperi. Disegnata dall’archistar svizzeramario Bot ta la piazza circolare del mart è allo stesso tempo un’icona della contemporaneità e un omaggio alle forme classiche: le dimensio ni della cupola sono quelle del Pantheon di Roma e la fontana posta al centro rimanda all’impluvium per la raccolta delle acque pio vane delle ville romane.

Di fronte al Museo si affaccia un importan te Auditorium nel quale viene sviluppato un calendario multidisciplinare dedicato alla contemporaneità: festival internazionali, ras segne, stagioni di danza, musica elettronica, jazz, teatro e cinema. Sul lato opposto, una ricca Biblioteca civica è il fiore all’occhiello dell’innovativo sistema bibliotecario trentino. A pochi passi dal Mart si trovano diverse e prestigiose istituzioni culturali: il settecente sco Teatro Zandonai, teatro all’italiana nel quale il Comune programma la stagione di prosa, e il polo universitario di Rovereto che afferisce all’Università degli Studi di Trento,

Da Ghezzi l’esperienza culinaria incontra il design italiano del XX secolo. Gli arredi co stituiscono una selezione di pezzi iconici che identificano la grande storia del made in Italy: la lampada Luminator di Luciano Bal dessari; la poltroncina Luisa (832) e il tavolo Cavalletto (883) di Franco Albini; lo sgabello Mezzadro e la poltrona San Luca di Achille Castiglioni; la sedia Seconda/602 e la pol trona Charlotte di Mario Botta; la poltroncina Silver, la poltroncina Uragano e la poltrona Louisiana di Vico Magistretti; la poltroncina Ghiaccio di Piero Lissoni.

Mart, il Museo Dall’ottocento ai giorni nostri, il mart di Ro vereto attraversa oltre 150 anni di storia con particolare attenzione all’arte italiana del XX secolo. In particolare, le Collezioni musea li sono testimonianza delle due vie dell’arte del primo ’900: l’Avanguardia, incarnata so prattutto dal Futurismo, e la fedeltà alla bel lezza, al canone, alla tradizione come rac contano le varie tendenze dalla metafisica a Novecento Italiano e Valori Plastici. Al Mart la lezione novecentesca si confronta con il contemporaneo, con gli artisti internazionali, con i nuovi linguaggi. In continuo mutamento, secondo un princi pio di rotazione, le sale dedicate alle Colle zioni presentano oggi i più celebri capolavori del mart. Un percorso che lascia senza fiato, attraverso le opere di Luigi Bonazza, Gia como Balla, Umberto Boccioni, Fortunato Depero, Gino Severini, Luigi Russolo, Carlo Carrà, Felice Casorati, Giorgio de Chirico. Nella primavera 2019 il Museo di Rovereto ha rinnovato i propri vertici. Nominato dal

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la Provincia autonoma di Trento, l’onorevo le Vittorio Sgarbi è il Presidente del mart. Completano il Consiglio di Amministrazione: Silvio Cattani, vicepresidente, e Dalia macii, consigliera.

Il Comitato Scientifico è composto da Ste fano Bruno Galli, Giordano Bruno Guerri, emilio mazzoli, Riccardo muti, moni ovadia. Dal 2020, il Direttore generale è Diego Fer retti. Il progetto culturale dell’attuale dirigen za del mart, a quasi 20 anni dall’inaugura zione del museo, ruota intorno alla relazione tra antico e contemporaneo. Coerentemente con quanto immaginato dai fondatori del mart, che con la piazza stessa del museo e con la creazione della straordi naria collezione scelsero di rendere omaggio all’arte classica e all’italianità, il palinsesto museale è alla ricerca delle connessioni tra la storia, i grandi classici e i linguaggi del XX secolo. Questo tipo di proposta espositiva, basata su confronti e parallelismi, è una del le cifre stilistiche del museo di Rovereto che già nel 2013 proponeva una straordinaria mostra su Antonello da messina,a cura degli studiosi Ferdinando Bologna e Federico De melis. Per l’occasione, le opere del maestro quattrocentesco venivano messe a confron to con la ritrattistica contemporanea, raccol ta in un progetto curato dal filosofo francese

Jean-Luc Nancy, recentemente scomparso. muovendo da queste premesse, il program ma del Mart attraversa i secoli. I maestri classici e moderni dialogano tra loro e con le opere di una collezione pubbli ca tra le più ricche d’europa. Recentemente hanno trovato collocazione nelle sale del Mart il Seppellimento di Santa Lucia di Caravaggio, posto in dialogo con le figure contemporanee di Burri e Pasolini; la lezione di Raffaello in inediti raffronti con l’opera dei più grandi maestri del XX secolo, Picasso, de Chirico Dalí; i canoni di Botti celli in confronto con il cinema, la moda, la fotografia e le opere di numerosi artisti con temporanei, da Giosetta Fioroni a David La Chapelle, da michelangelo Pistoletto a John Currin; l’eternità di Canova con la quale si sono misurati i maggiori scultori e fotografi dei nudo del XX secolo.

casa d’arte Futurista depero

A Rovereto a dieci minuti dal Mart si trova la Casa d’Arte Futurista Depero, ideata dal grande artista di cui porta il nome. Vero pio niere del design contemporaneo, Fortunato Depero curò personalmente ogni dettaglio: i mosaici, i mobili, i pannelli dipinti. Alla base un progetto dissacrante e profetico: l’abbat timento di ogni gerarchia nelle arti.

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Roveretano, Depero morì poco dopo l’aper tura della Casa, inaugurata esattamente 60 anni fa, nel 1959.

Dopo un complesso e decennale restauro, curato dall’architetto Renato Rizzi, è comin ciata la seconda vita della Casa Depero. Gli accurati lavori hanno permesso il recupero delle zone originali progettate dall’artista, completandole con due nuovi livelli ispirati direttamente al gusto di Fortunato Depero. La Casa riapre nel 2009, anno del centena rio del Futurismo.

oggi si possono ammirare, esposti a ro tazione, alcuni dei 3000 oggetti lasciati dall’artista alla città: dipinti, disegni, tarsie in panno e in buxus, grafiche, giocattoli, mo bili, disegni, locandine, collage, manifesti, prodotti d’arte applicata.

Le opere sono rappresentative di tutto l’arco dell’intensa attività dell’artista, dalle speri mentazioni del primo Novecento alle com missioni pubbliche degli anni Cinquanta.

Simbolo della memoria e della storia di una proposta architettonica innovativa, l’edificio si trova nell’elegante centro storico della Rovereto medioevale. Passato, presente e futuro si intrecciano saldamente: il progetto originario di uno degli artisti più prolifici del Novecento è qui conservato e arricchito da un percorso museale che ne mette in luce gli aspetti più salienti.

L’ultimo piano della Casa è dedicato a pic cole mostre di approfondimento che spes so sottolineano la considerevole eredità del Futurismo. Attraverso l’attività della Casa e dell’Archivio del ’900, che di Depero conser va il Fondo, il mart documenta gli aspetti che legano quell’Avanguardia alla contempora neità, mostrando gli esiti di una travolgente creatività a cui ancora oggi numerose espe rienze artistiche sono debitrici. La funzione espositiva è completata e ampliata da quella didattica che, con continuità, valorizza pie namente il carattere monografico e l’inesti mabile unità culturale del museo, program mando attività per le scuole, per le famiglie e per il pubblico adulto.

Con l’annessione della Galleria Civica di

Trento al mart, nell’ottobre 2013, si è am pliato il polo museale trentino dedicato all’arte contemporanea: la storica Galleria ha ripreso la propria attività divenendo a tutti gli effetti la terza sede Mart.

Il progetto a Trento sancisce un dialogo co struttivo con il territorio, con gli abitanti e con chi visita la città, confermando tanto il legame con il Comune e con le istituzioni, quanto la vocazione internazionale e co smopolita della Galleria. Nel contempo, la riapertura degli spazi rappresenta la ripresa della sperimentazione nel modo di inter pretare l’arte che ha sempre caratterizzato l’attività della Galleria

Galleria civica, sin dalla sua Fondazione.

Il programma vuole valorizzare il lavoro dei giovani professionisti nel campo dell’arte. A conferma del radicamento con il territorio e dell’attenzione che il museo vuole dedicare ai giovani, in Civica è confluito anche l’A DAC, l’Archivio degli artisti contemporanei trentini, il cui lavoro di ricerca sul territorio è propedeutico alla formazione, alla produ zione, alla circuitazione degli artisti trentini, nonché di interesse per ricercatori, curatori, galleristi e operatori culturali. Attraverso l’A DAC, che ritorna così nella città in cui, negli anni ottanta, venne fondato, la Galleria Civi ca rafforza la propria dimensione di piattafor ma al servizio degli artisti attivi sul territorio e intensifica i rapporti con l’associazionismo dell’arte contemporanea, segmento vivace

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Galleria Civica di Trento

e oggi più che mai attivo. Associazioni cultu rali, realtà indipendenti e collettivi artistici na zionali e internazionali possono trovare nella Galleria Civica un interlocutore con il quale confrontarsi attivamente.

servizi, ospitalità e accessibilità Galleria Civica, sin dalla sua fondazione. Con le sue tre sedi, a Rovereto e a Trento, il mart si avvale di uno staff di curatori, conservato ri, ricercatori, archivisti e professionisti della formazione, della divulgazione scientifica e della comunicazione. Tutela, gestisce e va lorizza il proprio patrimonio e produce ogni anno decine di mostre e progetti.

Il personale di biglietteria e gli operatori di dattici sono formati per offrire al pubblico un servizio di accoglienza commisurato agli standard museali più elevati.

Per approfondire i percorsi alle Collezioni o alle principali mostre sono disponibili audio guide e videoguide in tre lingue per adulti e bambini; visite guidate fisse in tutte le sedi; visite per gruppi e scolaresche; percorsi tat tili per persone cieche o ipovedenti e video guida in Lingua dei Segni con sottotitoli per sordi.

Per rendere più coinvolgente l’esperienza delle persone cieche o ipovedenti, nel 2019 il museo si è dotato della sua prima opera a rilievo: una riproduzione de Le Figlie di Loth, il capolavoro dipinto da Carlo Carrà esatta mente 100 anni fa. Già scelta come imma gine guida delle Collezioni, l’opera diventa tridimensionale grazie ai proventi dell’Art Bonus. Nel 2020 è stata pubblicata la gui da cartacea in CAA - Comunicazione Au mentata e Alternativa, destinata a persone con bisogni comunicativi complessi come l’autismo. Ancora poco utilizzata in Italia, la CAA offre a persone con difficoltà relazionali la possibilità di una comunicazione non ver bale coinvolgente e diretta.

Mart, diverso oGni volta cHe torni - le altre Mostre Dopo il boom di visitatori del 2021, conti nua la grande stagione del mart, da quasi tre

anni sotto la guida di Vittorio Sgarbi.

A Rovereto e a Trento il museo ha in pro gramma 20 mostre. Si va dalle grandi mo nografie, come quelle dedicate agli inter nazionali Alex Katz e Banksy, ai confronti tematici, come quello sull’eros. Diverse le mostre che dialogano con le Col lezioni del Mart con particolare attenzione alle vicende dell’arte italiana del Novecen to; approfondendo i temi, i periodi e il lavo ro degli artisti. Ancora una volta, attraverso mostre temporanee coerenti con l’identità museale si valorizza un patrimonio pubblico unico e prezioso.

Prosegue l’indagine sul confronto tra l’anti co e il moderno, tra il classico e il contem poraneo, per superare i confini cronologici. Seguendo la cifra stilistica delineata dal Pre sidente, il mart è un museo contemporaneo in ascolto degli echi del passato. Completano il ricco programma le numero se mostre e i focus al mart, i progetti alla Casa d’Arte Futurista Depero e quelli curati dall’Archivio del ’900 e, a Trento, le esposi zioni alla Galleria Civica e le grandi retrospet tive a Palazzo delle Albere. In quella che fu la prima sede del museo, il mart organizzerà due mostre su due discussi e provocatori miti del contemporaneo. Il misterioso street artist Banksy sarà la star dell’estate, mentre al dissacrante fotografo e pubblicitario Oli viero Toscani sarà dedicata la mostra di fine anno.

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Si ringrazia il Mart per l’autorizzazione del materiale concesso.

attività della sede centrale

A cura di Mauro Verones

Anche quest’anno, no nostante non siano an cora finite le angherie della pandemia, la nostra associazione è attiva come non mai e continua a perseguire il raggiungimento degli obbiettivi e la realiz zazione dei progetti pensati nelle program mazioni degli scorsi anni. Siamo partiti ad inizio anno con il nuovo ban do del corso d’italiano con la collaborazione consolidata della scuola “Dante Alighieri” di Asunción. In questa edizione abbiamo pre visto venti borse per il conseguimento della certificazione da A1- A2 – B1 e venti borse di studio per i raggiungimento della certifi cazione al livello B2. Questo corso volge al termine e aggiungeremo altri quaranta stu denti che hanno raggiunto un buon livello di conoscenza della nostra lingua agli altri ot tantacinque diplomatisi nel 2021.

Nel mese di febbraio l’Associazione si è con centrata sullo sviluppo e realizzazione del progetto “Sinergie imprenditoriali”. È stato un lavoro di squadra che ha coinvolto l’Uffi cio emigrazione della PAT, il direttivo ed i co ordinatori del progetto che, nel mese di mag gio ha portato alla pubblicazione del bando ed alla successiva selezione dei candidati a cui è stata assegnata la borsa. I due giovani candidati, Ivan Buco, della Famiglia Trentina di Bento Goncalves e Lukas Pezzini, della Famiglia Trentina di Florianopolis, verranno in Trentino dal mese di agosto e rimarran no fino al mese di ottobre, per partecipare allo stage formativo presso le due aziende ospitanti: azienda agricola Cobelli di Sorni di Lavis e Remoove Srl di Arco, che hanno accolto con entusiasmo la nostra proposta di collaborazione. Un sogno dell’associa

zione è quello di poter sviluppa re ulteriormente questo proget to, che in futuro potrà essere un ulteriore elemen to di vicinanza e collaborazione non solo culturale ma anche imprenditoriale tra le imprese trentine e quel le brasiliane.

Nel mese di marzo, abbiamo avuto la gradita visita del Console onorario del Brasile, dott. Alberto Piz presso la nostra sede. Abbia mo colto l’occasione di questo incontro per condividere i progetti e le attività che l’Asso ciazione ha realizzato e vorrebbe realizzare creando ed auspicando, con il diplomatico, possibili momenti di collaborazione culturale e sostegno per le attività che si vorrebbero realizzare in Brasile.

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Il Presidente Mauro Verones con il Console Onorario del Brasile dott. Alberto Piz

Nel mese di aprile si è celebrata, ospiti a Calliano, presso la sala consigliare del Co mune, l’assemblea generale dei Soci, dedi cata all’approvazione del bilancio consunti vo del 2021 e relativo rendiconto, oltre che all’approvazione bilancio preventivo relati vo all’anno 2023 e alla surrogazione di un membro del Consiglio direttivo dimissionario nella persona della signora Silvina Bosetti, già presidente della famiglia di Alta Gracia (Argentina) ed ora residente in Trentino. Nel mese di maggio c’è stata la visita del Presidente della Famiglia Trentina di Far rouphilia (Brasile), eduardo Slomp, che è ri tornato in Trentino con la moglie e gli amici dopo più di due anni a causa delle restrizioni dovute all’emergenza sanitaria.

In questo mese ci sono stati alcuni incon tri con l’Ufficio emigrazione in preparazione dell’intervento presso il Liceo Rosmini di Trento, riguardante il progetto sui 50 anni dell’autonomia della Regione Trentino Alto Adige. Tale incontro, proposto dall’Asso ciazione “Scuola di Preparazione Sociale” è

stato accolto dalla nostra associazione con entusiasmo e partecipazione da parte della nostra associazione ed hanno partecipato il presidente e la collaboratrice Nara Derome dis.

Nello stesso giorno l’Ufte ha realizzato un incontro presso il Liceo Linguistico “Rus sel” di Cles con l’intervento della nostra Vi cepresidente che, in collaborazione con gli insegnanti dell’istituto hanno preparato un workshop della durata di tre ore. Sono stati coinvolti gli studenti della classe terza, non solo parlando del Sud America, ma anche, raccontando il fenomeno dell’emigrazione trentina in questa parte del mondo. L’intervento è stato molto apprezzato sia da parte degli studenti che della docente-co ordinatrice dell’incontro Dott.ssa Taranzona. Nel mese di giugno abbiamo avuto la visita, presso la nostra sede di alcuni soci delle dira mazioni dell’Argentina e del Brasile che sono ritornati per visitare il Trentino: Jorge de Phi lippis giovane che aveva partecipato alcuni fa agli interscambi giovanili, che attualmente vive e lavora a Cordoba in Argentina ma pro veniente da Rafaela nella Provincia di Santa

13
Il Presidente Eduardo Slomp con la moglie Teresina e Mauro Verones Mauro Verones con Jorge de Philippis

Fe dove ha anche sede la Famiglia Trentina di cui Jorge è socio ancora attivo. e’ giunta invece dal Brasile, eduarda Lenzi della Fa miglia Trentina di Rio dos Cedros nello Stato di Santa Catarina. Eduarda aveva partecipa to agli ultimi interscambi giovanili nel 2019, prima che la pandemia interrompesse tutto bruscamente. eduarda, si è regalata questo viaggio come premio per essersi laureata in infermieristica ed accompagnata dal nonno materno, Valmor Andrezza, ha fatto tappa anche in Trentino per alcuni giorni venendo a trovarci in sede. Ci siamo attivati con delle richieste di spa zi espositivi presso la Comunità dell’Alta Valsugana e Bernstoll, il Comune dell’Alto

piano della Vigolana e il Comune di Levico Terme per l’organizzazione dell’allestimento della mostra FeB, e trattandosi di un lavoro di qualità ed interesse storico e culturale non ha avuto difficoltà da parte degli enti ad ac cettare di esporla presso le loro sedi. Nel mese di luglio, la mostra è stata espo sta al pubblico a Palazzo Bortolazzi a Vatta ro, per continuare poi l’esposizione presso la Biblioteca di Levico Terme nel corso del mese di agosto. Quanto raccontato in queste poche righe rappresenta le attività principali che i soci volontari e i collaboratori dell’associazione portano avanti con entusiasmo e voglia di fare.

14 dalla sede
Mauro Verones con Eduarda Lenzi

e project management per la

Aprile 2022

È s t a t o s v i l u p p a t o u n p r o g r a m m a d i f o r m a z i o n e i n P r o j e c t M a n a g e m e n t c o n e n f a s i s u l l ' e m p o w e r m e n t e i l s e l f m a r k e t i n g , r i v o l t o a i p r e s i d e n t i e c o n s i g l i e r i d i r e t t i v i d e l l e a s s o c i a z i o n i t r e n t i n e a f f i l i a t e a l l ' U n i o n e d e l l e F a m i g l i e T r e n t i n e a l l ' E s t e r o e a i l e a d e r m o l t i p l i c a t o r i c h e d e s i d e r a n o i n c o r p o r a r e i c o n c e t t i e l e p r a t i c h e d i q u e s t i t e m i s i a n e l l a l o r o v i t a q u o t i d i a n a c h e n e l l e i s t i t uz i o n i a c u i p a r t e c i p a n o .

S e m i n a r i o

i n t r o d u z i o n e a l m a r k e t i n g e a l l a f i n a n z a D e s i g n T h i n k i n g P r o g e t t a z i o n e S o c i a l m e d i a L e a d e r s h i p

S o n o s t a t i s v i l u p p a t i 4 m o d u l i L a f o r m a z i o n e è s t a t a s v i l u p p a t a i n m o d a l i t à v i r t u a l e . D u r a t a : 1 2 o r e d i a t t i v i t à s i n c r o n a ( d i c u i 2 o r e d i m o d u l o s i n c r o n o e 1 o r a a s i n c r o n a ) . I l t e a m d i f o r m a t o r i p r o f e s s i o n i s t i h a u n a r i c o n o s c i u t a e s p e r i e n z a i n c i a s c u n a d e l l e a r e e d i s e r v i z i o , n o n c h é l e n e c e s s a r i e c o m p e t e n z e d i d a t t i c h e c h e c o n s e n t o n o l o r o d i f o r n i r e f o r m a z i o n e i n m o d o d i d a t t i c o e i n t e g r a t o c o n l e es p e r i e n z e p r o p r i e e d e l m e r c a t o

15
A c u r a d i P a t r i c i a L a n z z i a n o B r o z Empowerment, self-marketing
comunità trentina all'estero F o r m a t o r i f a c i l i t a t o r i : R i g o b e r t o C o r d o v a A r r o y o O m a r F i g u e r o a ( M e s s i c o ) J e a n c a r l o Z o r t e a ( B r a s i l e ) L u z F i g u e r e d o K a m m ( P a r a g u a y ) A g u s t i n a A g u i r r e ( A r g e n t i n a ) P a t r i c i a L a n z z B r o z ( I t a l i a ) F a m i g l i e T r e n t i n e c h e h a n n o a c c o l t o l ' i n i z i a t i v a : E l d o r a d o , P os a d a s , R a f a e l a , R e s i s t e n c i a , S a n t o A n t a o , T a i ò , C o l o m b i a , M e s s i c o e P a r a g u a y

diramazioni

Famiglia Trentina di Santo Antao, Brasile

FaMiGlia trentina di santo antao

cura di Ineri Copat, presidente

Famiglia Trentina di Santo Antao, Brasile

Il

Il

Famiglia Trentina di Santo Antao, Brasile

Il

cura di Ineri Copat,

Famiglia Trentina di Santo Antao, Brasile

Il

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Il

maggio abbiamo

Coro presso

Primo

Casa

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di Bento

Bento

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maggio abbiamo

maggio abbiamo partecipato al Primo Encontro de Cantoria Italiana Igreja do Vinho

al Primo Encontro

Cantoria Italiana Igreja do Vinho

16 dalle
A cura di Patricia Lanzziano Broz
09 aprile cia siamo esibiti con il Coro presso
19
partecipato al
Encontro de Cantoria Italiana Igreja do Vinho 2022. Il 09 aprile cia siam esibiti con il Coro presso la Casa della Cultura di Bento Gonçalves.
09 aprile cia siam esibiti con il Coro presso la Casa della Cultura di Bento Gonçalves.
19 maggio abbiamo partecipato al Primo Encontro
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con il
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2022.
a
dalle diramazioni

ora Ángeles Zanatta. El go es el mayor de cinco En la Escuela Morelos estudios de Secundaria y ia. El curso ico lo hizo e iudad lán, y la Filosofía y n el Seminario Mayor de Recibió la Ordenación el 28 de Marzo de 1982 dral de Xalapa Su primer e como vicario en Ciudad el párroco era el Padre . ambién como vicario en epec, con el Padre Javier Fué el primer párroco lcingo. La siguiente da fue a la Ciudad de la Parroquia Emperatriz rica. Después a la de San Miguel Arcángel, ad de Perote

FaMiGlia trentina - Messico

fundar la Parroquia de los Doce Apóstoles El siguiente destino a la Parroquia de Santa María Magdalena en la Ciudad de Altotonga. Ahora el Padre Hugo presta sus servicios en la Parroquia de Nuestra Señora de la Asunción en el Decanato Norte de la ciudad de Xalapa.

pbro HuGo GasperÍn zanatta

En conmemoraciòn de 40 aniversario de vida sacerdotal

El Presbitero Hugo Gasperin Zanatta de orige trentino. Nació en Tepatlaxco, comunidad pertene ciente a la hermana Diócesis de Córdoba, Mèxico. Sus papás son el Señor Hugo Ga sperìn y la Señora Ángeles Zanatta. El Padre Hugo es el mayor de cinco hermanos. En la Escuela Morelos cursó sus estudios de Se cundaria y Preparatoria. El curso Propedéutico lo hizo en la ciudad de Teziutlán, y la Filosofía y Teología en el Semi nario Mayor de Xalapa. Recibió la Ordena ción Sacerdotal el 28 de Marzo de 1982 en la Catedral de Xalapa. Su primer destino fue como vicario en Ciudad Mendoza; el párroco era el Padre Lino Larios. Después, también como vicario en Cosco matepec, con el Padre Javier Rodríguez. Fué

NATTA

oz de 40 otal Gasperin munidad hermana xico Sus Gasperìn natta El de cinco Morelos

Archivio privato

Posteriormente nuevamente a Xalapa, a fundar la Parroquia de los Doce Apóstoles El siguiente destino a la Parroquia de Santa

Xalapa.

Archivio privato

In occasione del 40° anniversario di vita sa cerdotale del Presbitero Hugo Gasperin Za natta di origine trentina, nato a Tepatlaxco, una comunità apparte nente alla diocesi sorella di Cordoba, messi co. I suoi genitori sono il signor Hugo Gaspe rìn e la signora Ángeles Zanatta. Padre Hugo è il primogenito di cinque figli. Ha studiato presso la Scuola morelos, dove ha completa to gli studi superiori e preparatori. Ha seguito il corso di Propedeutica nella città di Teziutlán e quello di Filosofia e Teologia nel Seminario maggiore di Xalapa. È stato ordinato sacer dote il 28 marzo 1982 nella Cattedrale di Xa lapa. Il suo primo incarico fu quello di vicario a Ciudad Mendoza; il parroco era padre Lino Larios.

In seguito, anche come vicario a Coscoma

17
p ,

parrocchia

nel

Nord della città di Xalapa.occasione del 40° anniversario di vita cerdotale del Presbitero Hugo Gasperin natta di origine trentina, nato a Tepatlaxco, una comunità partenente alla diocesi sorella di rdoba, Messico. I suoi genitori sono il nor Hugo Gasperìn e la signora geles Zanatta. Padre Hugo è il aggiore di cinque figli Ha studiato esso la Scuola Morelos, dove ha mpletato gli studi secondari e eparatori. Ha seguito il corso di pedeutica nella città di Teziutlán e ello di Filosofia e Teologia nel Seminario ggiore di Xalapa. È stato ordinato cerdote il 28 marzo 1982 nella ttedrale di Xalapa. Il suo primo incarico quello di vicario a Ciudad Mendoza; il rroco era padre Lino Larios.

tepec, con padre Javier Rodriguez. È stato il primo parroco di Tetelcingo. L’incarico suc cessivo fu quello di Xalapa, nella parrocchia di Emperatriz de América. Poi alla parrocchia di San miguel Arcángel, nella città di Perote. Succesivamente tornò a Xalapa per fonda re la parrocchia dei Dodici Apostoli. La de stinazione successiva è stata la parrocchia di Santa maria maddalena nella città di Alto tonga. Ora padre Hugo presta servizio nella parrocchia di Nostra Signora dell’Assunzio ne, nel Decanato Nord della città di Xalapa.

el chaco de ayer y hoy. Jornada de estudio sobre exploración y emigración italiana en el chaco L’Ambasciata d’Italia a Buenos Aires, il Cen tro Italo-Argentino de Altos Estudios e UBA Internacional hanno organizzato la Giornata di studio sull’esplorazione e l’emigrazione italiana nel Chaco, “eL CHACo De AYeR Y HoY”, venerdì 24 giugno.

Hugo presta servizio nella parrocchia di Nostra Signora dell'Assunzione, nel Decanato Nord della città di iXalapa n occasione del 40° anniversario di vita sacerdotale del Presbitero Hugo Gasperin Zanatta di origine trentina, È nato a Tepatlaxco, una comunità appartenente alla diocesi sorella di Cordoba, Messico I suoi genitori sono il signor Hugo Gasperìn e la signora Ángeles Zanatta Padre Hugo è il maggiore di cinque figli Ha studiato presso la Scuola Morelos, dove ha completato gli studi secondari e preparatori. Ha seguito il corso di Propedeutica nella città di Teziutlán e quello di Filosofia e Teologia nel Seminario Maggiore di Xalapa. È stato ordinato sacerdote il 28 marzo 1982 nella Cattedrale di Xalapa Il suo primo incarico fu quello di vicario a Ciudad Mendoza; il parroco era padre Lino Larios

una rasseGna sulla corrente MiGratoria trentina nel cHaco La conferenza è stata organizzata in collabo razione con il gruppo di lavoro Team Europe dell’Unione europea, la Fondazione Gran Chaco, la Sapienza Università di Roma, la “Missione Etnologica per il Sud America 2022”, la Fondazione museo Verde, l’Asso ciazione Italiana di Resistencia, la Famiglia Trentina di Resistencia,

Archivio privato

18 dalle diramazioni 18
Archivio privato
di Nostra Signora dell'Assunzione,
Decanato
Archivio privato FaMiGlia trentina di resistencia

La professoressa e presidente della Famiglia Trentina di Resistencia margarita Bussolon, rappresentò la comunità trentina con la con ferenza “Una revisione della corrente migra toria trentina nel Chaco”.

Insieme ai membri del secondo contingente di immigrati che arrivarono in Argentina con il piroscafo “Nord-America” (proveniente dal Friuli) alla fine di febbraio 1878 e nel Cha co il 26 marzo 1878.

Altre famiglie arrivarono nei mesi di febbra io e marzo dello stesso anno e gli immigrati italiani provenienti soprattutto dalla regio ne del Tirolo, che giunsero nel Chaco il 19 gennaio 1879, più quelli che arrivarono fino al 6 maggio dello stesso anno, formarono il gruppo che diede esistenza e impulso al popolo di Resistencia, in cui “non trovere mo brillanti statisti (...) ma troveremo esempi

molto degni di pace e di lavoro, di volontà e di azione, di tatto e di equanimità, che sono esempi semplici ma reali di autentica gran dezza umana”. Rendiamo loro omaggio e facciamo tesoro del loro esempio.

1919
Margarita Bussolon Presidente Famiglia Trentina di Resistencia Agostini Francisco, Director de la Escuela. Famiglia Campestrini Famiglia Pertile

Come ti chiami? Data di nascita?

Mi chiamo annalisa e sono nata il 7 novembre 1991

Età primo soggiorno all’estero non per va canza ?

Nel corso della mia vita ho fatto varie esperien ze all’estero ma sicura mente quelle più significative sono state la prima a monaco di Baviera e l’ultima a Van couver in Canada.

Dove sei andata?

Vi racconto di Monaco perché sono sempre stata molto legata alla mia famiglia e al mio paese e questa è stata la prima avventura che mi ha fatto capire quanto sia costrutti vo uscire dai propri schemi per poter cono scere e sperimentare culture differenti, ma soprattutto per aprire gli occhi e la mente verso il mondo che ci circonda.

Quanto tempo sei rimasto? Eri accompagnato? da un amico o familiare?

Dove alloggiavi? Da solo? Racconta la tua prima esperienza con la cucina autoctona.

Nel febbraio del 2012 sono partita per Mo naco di Baviera. Frequentavo lingue per il commercio internazionale a Verona e il mio tedesco andava migliorato.

Mi sarei dovuta fermare solo un mese ma dopo essermi ambientata e aver costruito un gruppo di amici da tutta Europa e resto del mondo ho prolungato di un altro mese il mio soggiorno. Sono partita da sola, la mia prima esperienza in solitaria. Inizialmente

non è stato facile, sono abbastanza timida ed introversa quindi ambientarmi ha richie sto tempo. Ciò che mi ha aiutato di più è stato vivere nello studentato della scuola e condividere la cucina e gli spazi comuni con gli altri studenti. Ogni sera si cucinava qual cosa di diverso e le culture si mischiavano e si amalgamavano. Ho un ricordo meravi glioso di quell’esperienza infatti mantengo ancora i contatti con parecchie persone. Racconta una esperienza vissuta diver tente con le persone di quella città o di quei luoghi L’esperienza però che mi ha segnata di più è stata il Canada.

Sono partita il 2 gennaio del 2016, sono ar rivata a Vancouver alle 20 di sera e natural mente pioveva. Dopo essermi laureata in Lingue e culture straniere per il commercio internazionale non avevo intenzione di studiare ancora in Italia, la mia intenzione era quella di mettere in pratica ciò che avevo studiato.

L’europa la conoscevo già e per questo ho scelto il Canada, consapevole del fatto che sarebbe stata l’unica occasione nella mia vita per sperimentiate qualcosa di totalmen te diverso da ciò a cui ero abituata. Così ho scelto Vancouver, la città multicul turale per eccellenza. Una città affacciata sull’oceano ma protetta dalle montagne del la British Columbia.

Perché sei tornato o hai in programma di tornare in Trentino? Cosa ti è mancato di più? Racconta cosa ti è mancato della cultura trentina

Sono partita con l’intenzione di voler stare lontana dagli italiani (in senso buono natu

20 viaggio di emigrati
viaggio di emigrati: intervista a annalisa Hauser e andrea WegHer

ralmente) ma il Trentino mi ha salvata anco ra una volta. Sono tornata in Italia quando dentro di me ho capito che casa mi man cava troppo. Per casa intendo i miei cari, la mia quotidianità e il Trentino e l’Italia. Perché effettivamente viviamo in una regione paz zesca che offre una quantità di cose stra ordinarie da fare e basta aprire la finestra la mattina per ammirare la meraviglia che ci circonda.

Cosa hai portato via di cui non riesci più a far senza?

Quando si parte si è molto consapevoli della lontananza e di cosa si lascia ma la nostalgia e le emozioni che si provano una volta partiti non si possono controllare e ritrovare un po’ di “casa” anche dall’altra parte del mondo da sicurezza.

Sicuramente il Canada mi manca molto, mi manca soprattutto il vivere in una città, il suono dell’oceano, le infinite attività da fare ma più di tutto le persone che ho lasciato.

Cosa ti manca di quella città o quei luoghi?

Sono rimasta a Vancouver per quasi un anno e mezzo. Ambientarsi è stato abba stanza facile, devo dire che la cordialità e il rispetto dei canadesi è unica al mondo.

Sicuramente l’esperienza che porto nel cuore è stato il tirocinio presso la camera di commercio italiana a Vancouver. Riusci re a far conoscere la cultura italiana e tutte le splendide realtà che stanno lavorando in Canada è stata una gran soddisfazione. Mantieni contatti con le persone che hai conosciuto?

L’esperienza con lo studentato questa volta non è stata così positiva in quanto la casa non era come mi era stata descritta. È sta

to proprio qui che ho conosciuto “L’Unione delle Famiglie Trentine all’estero” e grazie a Nara che si è attivata subito con l’Ufficio Emigrazione della Provincia di Trento sono state mobilitate subito varie persone che abitano a Vancouver e che mi hanno ospi tato.

Grazie a loro ho conosciuto delle splendide persone che mi hanno aperto le porte di casa e non smetterò mai di ringraziarli. Racconta un aneddoto della cultura di que sto paese che hai scoperto e ti è piaciuto Viaggiate che apre il cuore, la mente e lo sguardo. Viaggiare perché le persone sono belle e hanno un sacco di cose da insegnarci.

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Come ti chiami? Data di nascita?

Ciao! Mi chiamo An drea, classe 1995 e sono fieramente di mez zocorona. Prima di tutto ringrazio Nara e la rivista “Famiglie Trentine” per l’interesse verso le mie esperienze.

Età primo soggiorno all’estero non per vacanza? Dove sei andato? Perché sei andato? Quanto tempo sei rimasto? Eri accompagnato? Da un amico o da un familiare? Dove al loggiavi? Da solo?

Avevo molto chiara l’idea di partire per dei lunghi viaggi ben prima della fine della ma turità: la passione me l’ha trasmessa mio papà che, durante l’adolescenza, mi por tava sempre in giro per l’europa e qualche volta anche oltre oceano. Da lì, forse anche per i film d’avventura che guardavo a ripe tizione, mi sono appassionato alla geogra fia e al viaggio “fai da te”. Il primo viaggio in assoluto l’ho fatto a gennaio 2015, dopo la maturità, direzione Australia, complici i film di “Croccodile Dundee”. 5 mesi di lavoro e 5 mesi di viaggio, soggiornando perlopiù in ostelli.

Dopo questa prima esperienza di rodaggio, sono iniziati i veri viaggi stile “backpacking”, zaino in spalla: uno stile di vita che mi ha affascinato proprio per la totale libertà, per tutta la gente che si poteva conoscere e per le esperienze veramente autentiche che si potevano vivere con le persone del posto e nei posti più speciali. Io e il mio zaino: senza vincoli di orari o mete, vivendo giorno per giorno e conoscendo altri viaggiatori come me, con cui talvolta mi trovavo a condividere parte del viaggio.

Dopo l’esperienza australiana, sono stato 3 mesi tra Vietnam e Cambogia e poi circa 10 mesi dopo sono ripartito, andando alla sco perta del Sud est Asiatico, con una pausa di 4 mesi in Nuova Zelanda per lavorare nei

campi di kiwi. Con quest’esperienza di un anno e mezzo, che mi ha segnato molto, ho anche raggiunto l’obiettivo di visitare tutti e dieci gli Stati del “ASeAN” (Indonesia, male sia, Filippine, Singapore, Thailandia, Brunei, Vietnam, Laos, Cambogia, myanmar)!

Tornato da questo viaggio, dopo una breve pausa, sono ripartito alla volta dell’India, du rata del viaggio: sei mesi, incluso un mese di lockdown forzato.

Racconta la tua prima esperienza con la cucina autoctona

Le mie prime esperienze con la cucina au toctona nei vari Paesi visitati non sono state per niente male, ad eccezione di un picco lo incidente di percorso che ho avuto in In dia: dopo aver bevuto il “Lassi”, una sorta di milk-shake tipico del posto, ho avuto una fortissima infezione intestinale, che mi ha costretto ad un giorno in ospedale. Mi han no poi spiegato che, molto probabilmente, me lo avevano preparato con acqua spor ca e quindi contaminata. Non mi sono mai curato della pulizia degli alimenti, provando frutta e verdura dei vari mercati senza lavar la, e poi vengo fregato da un stupidissimo lassi! Detto questo, che è stato un caso, la cucina indiana rimane una prelibatezza e la mia cucina preferita in assoluto. Racconta un’esperienza divertente vissuta con le persone del posto Ho avuto la fortuna di conoscere tantissime persone, sia viaggiatori che incontravo nei vari ostelli sia persone del posto che han no condiviso con me tradizioni e usanze. Tante persone si incontrano, ciascuna con storie ed esperienze diverse, alcune per po che ore, alcune per giorni o addirittura per settimane…e non è detto che siano queste ultime a lasciarti il segno più di quelle cono sciute solo un paio di ore, in una stazione del autobus per esempio. Ricordo in Laos, stavo passeggiando lungo un fiume, quan do 5-6 ragazzi del posto mi vedono ed incu riositi mi invitano a vedere come pescavano; da lì, una parola tira l’altra, un bicchiere di rum locale tira l’altro, e mi sono ritrovato a

22 viaggio di emigrati

cena in una capanna di legno con loro che mi offrivano il loro buon pescato. oppure, ancora, in India, a Varanasi, un santone, detto Sadhu, mi invita nel suo tempio e mi spiega tutte le leggendarie storie degli Dei induisti. Le esperienze che ho fatto con le persone del posto sono tantissime - sono stato pure a vedere il Dalai Lama in persona, in un tempio a Daramshala, cittadina nella parte tibetana del Nord dell’India.

Perché sei tornato in Trentino? Hai in programma di ripartire? Cosa ti è man cato di più?

Sin da quando ho mosso il primo passo fuo ri dal Trentino, sapevo già che sarei tornato. Avevo già chiaro che il mio futuro fosse qui a mezzocorona, perché sono molto orgoglio so e legato al mio paese, anche per via del gruppo di amici che ho dall’infanzia. Però mai dire mai! Certo, i miei amici e la mia fa miglia mi sono mancati, ma ho sentito una vera nostalgia solo raramente, nei miei pochi momenti di solitudine.

Cosa hai portato di quei viaggi di cui non riesci più a far senza?

Sicuramente i viaggi mi hanno cambiato molto, dai miei modi di fare ai miei pensieri, e mi hanno fatto anche aprire gli occhi su tanti concetti. Ho assaggiato la vera libertà e compreso che siamo tanto diversi quan to uguali, che non bisogna mai fermarsi alle apparenze e che la vera intelligenza sta nel saper star con tutti e trattare tutti uguali sen za discriminazioni. Mi rendo conto sembrino frasi fatte ma niente va dato scontato; se mi fossi fermato alla prima apparenza avrei fat to metà delle esperienze che ho fatto duran te i miei viaggi. Dei viaggi mi manca proprio questo: le commistioni, gli scambi interna zionali che si creano negli ostelli e ovviamen te anche tutti i posti, i luoghi e i panorami incredibili visitati, a cui sicuramente penso spesso.

Mantieni i contatti con le persone che hai conosciuto?

Con le persone che ho incontrato manten

go i contatti, ovviamente tramite social. mi capita di sentirle quando per esempio mi ri torna alla mente un aneddoto, o quando la quotidianità mi riporta alla mente, in qualche modo, un’esperienza condivisa.

Racconta un aneddoto della cultura di un Paese che hai scoperto e che ti è piaciuto

Non c’è un vero e proprio aneddoto sulla cultura del posto che mi piace: potrei dire troppe cose! mi piace molto la filosofia razio nale e personale del buddismo, il misticismo e la magia di quella induista, ho viaggiato anche in Stati islamici, dove sono stato ra pito dalla profonda devozione che hanno i fedeli verso questa religione. Io viaggio pro prio per questo, per imparare tutte le cose più lontane possibile dalla mia cultura, ed è per questo che sono sempre andato in posti lontani, perché più è strano più mi piace!

Racconta cosa ti è mancato della cultu ra trentina

Tutte le notti sognavo di poter bere un buon bicchiere di Teroldego e mangiare luganega con dei bei pezzi di torta di patate!

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in cammino in trentino con gio

a cura di giordana detassis

Questa rubrica ha lo scopo di proporre nuovi itinerari trekking all’interno dell’Trentino Alto Adige unendo alle informazioni più tecniche della gita quali altitudine, lunghezza, dislivello, tipo di sentiero alcune informazioni sul territorio, storiche, gastronomiche etc.

E’ realizzata in collaborazione con la pagina Facebook “In cammino in Trentino con Gio”

val di rabbi - MalGa polinar

VAL DI RABBI

Malga Polinar dal parcheggio Fontanon Lunghezza 9,38 km Dislivello 260 mt Andata e ritorno sullo stesso tragitto. In gran parte su comoda strada forestale e un brevissimo tratto su sentiero ripido ma comodo. ottima accoglienza, ottima cucina e vendita di ottimi formaggi di mucca e capra in malga.

approfondimento

Il Parco Nazionale dello Stelvio (Nationalpark Stilfser Joch in tedesco) è uno dei più anti chi parchi naturali italiani, istituito nel 1935, nato allo scopo di tutelare la flora, la fauna e le bellezze naturalistiche del gruppo mon tuoso ortles-Cevedale, e per promuovere lo sviluppo turistico sostenibile nelle vallate al pine della Lombardia, Trentino e Alto Adige. Si estende sul territorio di 24 comuni e di 4 province ed è a diretto contatto a nord con il Parco Nazionale Svizzero, a sud con il Parco naturale provinciale Adamello-Brenta e il Par co regionale dell’Adamello: tutti questi par chi, insieme, costituiscono una vastissima area protetta nel cuore delle Alpi, che copre

24 in cammino con gio

quasi 400.000 ettari.

Flora

Larice comune

Nella fascia altimetrica che va dai 1000 ai 2000 metri, l’ambiente del parco è dominato dalle foreste di conifere. La specie più diffusa è sicuramente l’abete rosso (Picea abies), al quale si associano pochi ed isolati gruppi di abete bianco (Abies alba), quest’ultimo pre sente soprattutto in val di Rabbi, zona tren tina del Parco. Queste formazioni di alberi risalgono i versanti diradandosi verso il limite superiore per cedere lentamente il posto al larice (Larix decidua) ed al pino cembro (Pi nus cembra), diffuso principalmente in Val di Peio.

Ai boschi di aghifoglie, segue la fascia de gli arbusti nani, che sale oltre il limite della vegetazione (circa 2600 metri). Dopo i 2800 metri trovano spazio le rocce, i ghiaioni, le nevi perenni e le morene glaciali, dove la presenza di forme di vita è garantita solo da alcune tenaci specie pioniere assai specia lizzate come i licheni.

All’interno del Parco si trovano inoltre am

bienti particolari come le torbiere: zone umide caratterizzate da una flora altamente specializzata come la Drosera rotundifolia e la Pinguicula alpina, piccole piante carnivo re, che sopperiscono alla carenza di azoto del terreno catturando piccoli insetti, o la rara Paludella squarrosa, una briofita a di stribuzione circumpolare-artica, presente in poche stazione delle Alpi fra la Lombardia e il Trentino-Alto Adige.

Fauna

Stambecco delle Alpi Il parco include un’ampia varietà morfologi ca e di ecosistemi, con grandi dislivelli (da 650 m s.l.m. ai 3900 m s.l.m. delle vette dei ghiacciai). Si possono trovare cervi, camo sci, caprioli, stambecchi, marmotte, volpi, ermellini, scoiattoli, lepri, tassi e donnole. Ci sono stati avvistamenti di lupi, linci e anche orsi, provenienti dal vicino Parco naturale Adamello Brenta.

Numerose specie di uccelli nidificano nella zona del parco: la pernice bianca, la cotur nice, il gracchio alpino, il corvo imperiale, la cornacchia, il picchio, il gallo cedrone, il gal lo forcello, il francolino di monte, la poiana, lo sparviero, il gufo, l’aquila reale e, grazie ad un riuscito e prezioso progetto di rein troduzione, il gipeto. Tanti animali vi trovano rifugio ed è anche grazie al parco naturale che alcune specie in via di estinzione sono protette e accudite.

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mandaci la tua foto

Testimonianza storica

Trento corso

Trento Viale del Fersina attuale Corso

Novembre

Inaugurazione

Funivia

Il ponte chiamato "Val de Restel" si trova sul versante sinistro della Vallarsa e unisce la frazione

Matassone

frazione

Ponte

de

26 mandaci la tua foto
3
anno 1913 circa cartolina
3 Novembre 2022
di
con la
di Foppiano. 1972
della funivia Trento Sardagna. Foto 1925
Trento Sardagna. 2021
Val
Restel, autunno 2021

Testimonianza storica

27
Trento Piazza del Duomo "colla" Torre Carte
Postale anno 1916 circa
cartolina Trento Piazza Dante Alighieri Ed.: Kapper Trento anno 1910 circa cartolina Cavedine 2020 Trento , Piazza Duomo 2021
Linea automobilistica postale a Cavedine 9 ottobre 1919.Archivio della Memoria della Valle dei Laghi
Piazza Dante 2022

neW York cHeesecake

INGREDIENTI

PER LA BASE

(per uno stampo del diametro di 24 cm)

Biscotti Digestive 360 g Burro 180 g Sale fino 1 pizzico

PER LA CREMA

1,25 kg Formaggio fresco spalmabile (a temperatura ambiente)

120 g Panna acida (a temperatura ambiente) 290 g Zucchero

4 Uova (medie, a temperatura ambiente) 20 g

PREPARAZIONE

Per realizzare la cheesecake iniziate dalla base: fate sciogliere il burro in un pentolino e lasciate intiepidire. Versate i biscotti in un mixer e frullate per tritarli finemente, mentre aggiungete il burro fuso e un pizzico di sale. Dovrete ottenere un composto dalla consistenza simile alla sabbia ba gnata Imburrate e foderate con carta forno uno stampo a cerniera del diametro di 24 cm, ricoprendo sia la base che i bordi. Trasferite il composto di biscotti nello stampo e pressate bene per compattarlo, aiutandovi col fondo di un bicchiere. Cuocete la base di biscotti in forno statico preriscaldato a 180° per circa 10 minuti, poi sfornate e lasciate raffreddare completamente.

Abbassate la temperatura del forno a 150° e passate alla preparazione della crema. Versate il formaggio in una ciotola capiente e ammorbidite lo con un mestolo, poi aggiungete lo zucchero e mescolate per amalgamarlo. Unite anche la pan na acida e mescolate ancora.

Sbattete le uova in una ciotola a parte e versatele nella ciotola poco alla volta, mescolando per incorporarle in modo omogeneo. Aromatizzate il composto con l’estratto di vaniglia e la scorza grattugiata del limone Unite anche il succo di li mone e mescolate bene. Infine setacciate l’amido di mais nella ciotola Ie amalgamate il tutto. Sbat tete la ciotola sul piano di lavoro un paio di volte

Amido di mais (maizena)

2 cucchiaini Estratto di vaniglia

Scorza di 1 limone

1 cucchiaio Succo di limone

PER LA SALSA AI FRUTTI DI BOSCO

More 100 g

Mirtilli 100 g

Lamponi 100 g Zucchero 50 g

Amido di mais (maizena) 20 g Acqua q.b.

PER GUARNIRE

Frutti di bosco q.b. Menta q.b.

per eliminare le bolle d’aria, poi versate la crema di formaggio sulla base di biscotti ormai intiepi dita.

Livellate poco la superficie, sbattete un’altra vol ta lo stampo sul piano di lavoro e cuocete nel forno statico a 150° per circa 70-80 minuti, posi zionando alla base del forno un pentolino riempi to con acqua calda per creare la giusta umidità. Una volta cotta, la cheesecake risulterà ancora leggermente traballante al centro. Spegnete il forno e lasciatela raffreddare completamente all’interno. Quando si sarà raffreddata, trasferite la cheesecake in frigorifero e lasciate rassodare per almeno 4 ore, o meglio per tutta la notte. Trascorso il tempo di rassodamento, dedicate vi alla decorazione: versate le more, i mirtilli e i lamponi in un pentolino insieme allo zucchero. Schiacciate con una forchetta, portate a bollore e cuocete per circa 5 minuti, mescolando spesso. portate a bollore e cuocete per circa 5 minuti, mescolando spesso. Nel frattempo diluite l’amido di mais con l’acqua. Versate il composto poco per volta nel pentoli no, così da raggiungere la consistenza deside rata; la salsa deve risultare fluida e bella lucida A questo punto potete sformare delicatamente la cheesecake e trasferirla su un piatto da portata. Servite la vostra bellissima cheesecake guarnita con la salsa ai frutti di bosco e qualche fogliolina di menta

28 le ricette

INGREDIENTI (per 4/6 persone)

250 gr carne di maiale

250 gr carne di vitello

150 gr carne di manzo

1 lucanica fresca

50 gr lardo

tonco del pontesel

di luigi grisenti

2 cucchiai di farina bianca

½ litro di brodo

1 bicchiere di vino bianco 1 cucchiaio di conserva di pomodoro

1 cipolla sale e pepe polenta per accompagnamento

PREPARAZIONE

Tagliate la carne a dadi di circa 3 cm per lato e infarinatela.

Tritate finemente il lardo con la cipolla e soffrigge te in un tegame.

Unite la carne e la lucanica fresca tagliata a fette, aggiungete sale e pepe e cuocete a fuoco vivo per qualche minuto.

Quando la carne sarà dorata abbassate la fiam ma, spruzzatela con il vino bianco e fate evapo rare.

A parte tostate la farina nel burro e stempratela nel brodo.

Aggiungete il tutto alla carne e lasciate cuocere lentamente controllando che la densità non risulti eccessiva. In tal caso aggiungete un po’ di brodo. Dieci minuti prima di servire aggiungete la conser va di pomodoro allungata in poca acqua calda. Il tonco di pontesel si accompagna con la polen ta. Anche questo è un piatto della cucina conta dina e veniva preparato di solito la domenica. La quantità di carne variava a seconda della possibi lità economica della famiglia.

Ingredient (per 4/6 persone) 250 gr carne d maiale 250 gr carne d vitel o 150 gr carne d manzo 1 lucanica fresca 50 gr lardo 2 cucch ai d far na b anca ½ itro di brodo 1 bicchiere di vino b anco 1 cucch a o di conserva di pomodoro 1 c polla sale e pepe polenta per accompagnamento Procedimento Tagl ate a carne a dadi di c rca 3 cm per lato e infarinate a Tr tate finemente il lardo con la c polla e soffriggete in un tegame Unite la carne e la lucan ca fresca tagliata a fette agg ungete sa e e pepe e cuocete a fuoco vivo per qualche m nuto Quando la carne sarà dorata abbassate la fiamma spruzzatela con il vino b anco e fate evaporare A parte tostate la farina nel burro e stemprate a nel brodo Aggiungete il tutto alla carne e lasciate cuocere lentamente contro lando che la densità non r sulti eccessiva n tal caso aggiungete un po di brodo D ec minuti prima d serv re aggiungete la conserva d pomodoro a lungata in poca acqua calda I tonco d pontesel s accompagna con a po enta Anche questo è un piatto della cucina contadina e veniva preparato d so ito la domenica La quantità d carne variava a seconda de la poss bil tà economica della famig ia L E R I C E T T E D E L L O C H E F L U I G I T O N C O D E P O N T E S E L 29

Mondo Poetico

“ L a m a e s t r a S e g a è p a s s a t a t r a n o i q u a s i i n s i l e n z i o n e l l a v o r o d e l l a s c u o l a e d e l ’ e d u c a z i o n e d i t a n t i f i g l i d e l l a t e r r a d i V a l l a r s a , m a n e l l a v i t a d i o g g i , n e l l a s u a c a s a d i R o b o l l i a n c o r a a l i t a l a f o r z a d e l l a s u a p o e s i a c h e t r a s c e n d e q u e l p i c c o l o m o n d o d e l l ’ u o m o e a D i o r i p o r t a , c o m o l u c e d a l u c e , l a s u a i s p i r a z i o n e ” M a r i o G u e r r i e r o

NIDO DISTRUTTO

Pia Sega

Ci s t a va n o i n c i n qu e g l i i mpl u mi pi c c i n i n e l t i e pi do n i do vi c i n i vi c i n i .

A n c o r a g l i o c c hi e t t i t e n e va n o c hi u s i , a ppe n a i be c c u c c i a ve va n o s c hi u s i … E l ’ e s c a l a ma mma Co l ba bbo r i c a va . U n i n n o a l l a vi t a I l n i do c a n t a va .

M a ve n n e V i g i l i o , u n bi mbo c r u de l e c he a ve va n e l c u o r e s o l t a n t o de l f i e l e .

Co i s a s s i l i u c c i s e E po i s e n e a n dò : do v’ e r a l a vi t a l a mo r t e po r t ò !

U n g r i do d’ o r r o r e ! L a vo c e d’ u n pi a n t o … S o n du e g e n i t o r i Che s of f r o n o t a n t o !

E c he n e di r e s t i , c a t t i vo s e u n di , a t e pu r qu a l c u n o f a c e s s e c o s ì ?

P i a S e g a

30 poesia

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