di Katia Bellillo

 

PERUGIA - Montelaguardia è un quartiere a 10 minuti dal centro di Perugia, ma solo teoricamente. Trasformato, da collina di pregio con una manciata di case, in quartiere senza testa nè coda, recarsi al centro della città per chi abita da queste parti è diventato una vera e propria impresa! Resistono non senza qualche affanno alcune attività commerciali: il negozio di alimentari, l’emporio dove puoi acquistare un po’ di tutto dai fiori ai chiodi e fortunatamente anche la parrucchiera insieme ai due bar e l’ambulatorio medico. Niente piazza, niente parcheggi, pochi marciapiedi, niente farmacia, niente ufficio postale e la strada principale è a rischio di smottamento in vari tratti. Agli inizi degli anni ’90 il Piano particolareggiato, previsto dal Comune,  individuava nella chiesa, che si sarebbe dovuta costruire, il centro intorno al quale si sarebbe aggiunta la piazza e i parcheggi. Con la struttura multifunzionale chiamata centro di vita associativa (CVA) e il parco attrezzato, anche Montelaguardia avrebbe avuto l’area della socialità e del tempo libero e dunque il centro del quartiere. La chiesa ora c’è, ma sembra una cattedrale nel deserto, con la sua enorme volumetria, assurda solo a  pensarla, costruita sulla cima di una collina e su un gigantesco terrapieno di terra di riporto, a evidente rischio di smottamento.

E’ costata ai contribuenti dell’8 per mille oltre 8milioni di euro e qualche parrocchiano dice che il parroco deve pagare ogni mese una rata di 4mila euro e che per questo sarebbe poco generoso con i parrocchiani bisognosi! Il C.V.A meriterebbe un articolo a sé; in questa sede anticipo alcune informazioni: fu costruito poco più di 20 anni fa, si dice che costò 800milioni di lire e ora cade a pezzi, è per questo che il Comune ha trovato i soldi, all’incirca trentamila euro, per cambiare le capriate in legno, che senza manutenzioni ordinarie erano diventate la mensa preferita di tutti i tarli del circondario, tanto che il tetto stava crollando! Con questi 800 milioni di lire si è però costruito un grande scatolone  dove non è stato previsto nemmeno un luogo di aggregazione per ospitare il centro anziani, per i quali si è allestito un container che oggi cade a pezzi. Nel 2005, qualche lingua biforcuta, affermava che fu sottoscritto un patto segreto fra comune e chiesa. Tale accordo concedeva al parroco di allestire su terreno pubblico, un prefabbricato per svolgere le funzioni religiose fino a quando non si fossero conclusi i lavori della chiesa. In seguito, sempre secondo l’accordo top secret, il prefabbricato sarebbe passato al Comune che trasferendo la sede del centro anziani da un container ad un altro avrebbe tacitato i cittadini della terza età. Per il momento, il risultato è che la zona con due prefabbricati in evidente stato di degrado, sembra una baraccopoli. L’impatto ambientale è orrendo e declassa il valore della area.

Tra l’altro il degrado è reso ancora più assoluto se si guarda la così detta area verde attrezzata tutt’intorno al CVA. Tutto è in abbandono, dal campo di calcio agli spogliatoi tutto è assolutamente inagibile, così come il pallaio e le altalene per i più piccoli. Anziani, bambini e genitori con le loro carrozzine, si accontentano di passeggiare sulla strada, la quale, nonostante il traffico, risulta meno pericolosa del parco, usato per lo più dai cani per i loro bisogni (che i loro padroni si guardano bene dal raccogliere) e da chi, notte tempo, pratica la compra-vendita di sostanze proibite! Per non farla troppo lunga, il Piano Particolareggiato è rimasto una previsione cancellata dal nuovo Piano Regolatore entrato in funzione agli inizi del 2000 e che ha cementificato tutta la città compreso Montelaguardia, di fatto, un quartiere che non c’è. Da 20 anni a questa parte, in ogni campagna elettorale, vengono promessi 200mila euro per sistemare la strada e l’ingresso del cimitero. Appena si spengono i riflettori i 200mila euro scompaiono e la strada per arrivare al cimitero è di là da venire! Il risultato del piano regolatore sta nell’incremento degli abitanti che cozza con i tagli dei servizi. Tra l’altro questo quartiere era appetibile per chi lavorava all’ospedale di Monteluce ma da quando è stato trasferito a S. Sisto abitare in questa zona è diventato quanto mai scomodo. Non aiuta il servizio dei trasporti che invece di aumentare le corse le ha diminuite e la domenica cancellate. Però, ogni giorno e per più volte, un bus, per lo più vuoto, garantisce puntualmente il collegamento di Montelaguardia con S.Marco. E’ una delle bizzarrie che vorremmo farci spiegare dai nostri rappresentanti in Comune.

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